La Visione
La vigna non è più solo un luogo di lavoro, ma un museo a cielo aperto, dove coltivare le uve diventa un’arte
Una realtà in cui arte e design si intrecciano
Art(e) in vigna
Il Vignaiolo, artigiano e artista del territorio
Per noi gestire una cantina non significa solo coltivare le uve e produrre il vino. Significa piuttosto saper valorizzare una delle tante forme di espressione del territorio. Per questo l’arte ed il design sono così intrecciati con la nostra realtà ed abbiamo voluto far vivere la vigna non solo come luogo di lavoro ma anche con un piccolo museo a cielo aperto.
In particolare abbiamo trovato una forte affinità con le opere dell’artista Paolo Colombini. Così come coltivare le uve può diventare una forma d’arte attraverso il vino, allo stesso modo Colombini ha fatto della pietra un’espressione incisiva di quello che la natura sa offrire.
Cresciuto nelle cave di porfido, dal suo lavoro con la pietra ha fatto nascere un'intuizione ed a quel punto il porfido è diventato una forma d’arte. Ha saputo trasformare uno dei materiali più utilizzati al mondo in un oggetto di contemplazione. Colombini attraverso il taglio netto libera l’anima della pietra e, con il colore, ci mostra l’aspetto interiore della natura in tutto il suo equilibrio e la sua armonia.
Paolo Colombini 1950 - 2022
Nato e cresciuto a Fornace, Paolo Colombini ha dapprima lavorato nelle cave di porfido di famiglia, per poi diventare imprenditore nel settore.
Ed è proprio questa sua esperienza con il porfido che nel 1995 ha fatto esplodere la sua vena artistica, con l’intuizione di trasformare la pietra in arte. Da quel momento le sue opere hanno fatto il giro del mondo: ha esposto a Londra, Shangai, Venezia, Los Angeles, in Austria e in Francia.
A Trento, è sua l’opera della rotonda di Nassyria in via Brennero, commissionata dall’Arma dei Carabinieri in memoria della strage del 2023 in Iraq e come simbolo dell’amore per la patria.
Senza Nome
L’inesauribile energia che la pietra ha trasmesso a Paolo sembra essere passata magicamente a questo ambiente. Era inverno quando vedeva in questo luogo, incassato in mezzo alle montagne, qualcosa di magico. Un luogo dove la sua arte avrebbe trovato piena espressione. L’energia che la pietra ha trasmesso a Paolo può essere la stessa che conferisce alle nostre vigne, ai nostri vini.
Pochi mesi dopo ci hai lasciato.
Ora vogliamo ricordarti così.Luce
La luce è anch’essa messa in scena o meglio è la luce che mette in scena la scultura rafforzandone i dettagli e i contrasti. È il sole, generatore di movimento e di vita, del ciclo delle stagioni, dell’alternanza tra giorno e buio, la fonte di luce primaria che dà senso e vigore alle opere.
Un intervento irruento e dinamico e attraverso un taglio la pietra accoglie la sua luce essenziale e la trasmette con forza nuova, rigenerata.
Non solo: ci mostra la sua anima intima, così diversa rispetto alle superfici scabre della sua pelle, ci porta alla meditazione per aiutarci a scoprire che c’è un mondo sopra di noi.Fiore di fiume
L’evocazione del fiume che scorre tra i monti richiama l’appartenenza ed il legame al territorio, ma anche all’acqua che dà forza e dona vita. È un moto perpetuo che richiama il concetto di atemporalità della natura, e della pietra in particolare, e che palesa all’uomo il conflitto tra contingenza del sapere e desiderio di infinito.
Della pietra conservo il suo aspetto naturale, interpretando più che scolpendo le forme, cercando di non tradire le suggestioni infantili legate alla contemplazione di un fatto misterioso.
Poi è un gesto deciso, drastico quello che divide, moltiplica come nella prima divisione del nucleo cellulare, a rigenerare vita, colore, luce.Presenze
"Io credo che le pietre respirino, non riusciamo a percepirlo con le nostre brevi vite".
Le pietre narrano l’origine dell’umano e quel legame ancestrale con la natura da cui tutto deriva in un rapporto conflittuale di forze contrastanti in costante ricerca di armonia.
Queste “presenze” vanno toccate, sentite con tutti i nostri sensi per recuperare emozioni primarie, tattili, elementari.
Il loro silenzio, la loro incomunicabilità è solo apparente. La materia pura dialoga con l’ambiente artificiale costruito dall’uomo e per l’uomo: ma è nel rispetto della terra, del suo mistero che l’uomo troverà il suo senso.
Le opere
Art
Metododo classico 100% Chardonnay espressione dell’arte e del territorio
Una bollicina che va oltre la capacità di fare vino, per creare un progetto di più ampio respiro. Art è un progetto di bellezza e cultura, pensato per valorizzare l’espressione dell’arte e del territorio.
Un Trento Doc concepito per essere il motore di numerose iniziative ed eventi legati all’arte ed alla condivisione di bei momenti.
La sua stessa identità visiva, a partire dall’etichetta bianca, libera e minimale, lascia volutamente uno spazio da arricchire con l’immaginazione, come se fosse una tela bianca da riempire. La velina che avvolge la bottiglia crea invece una connessione con il mondo dell’arte, in previsione dei molti eventi organizzati presso la cantina immersa nelle vigne della Piana Rotaliana e delle collaborazioni con artisti di rilievo.